L'oro è scivolato sotto i 2.150 dollari nella sessione americana, per poi riprendersi, dopo aver trascorso la prima metà della giornata in una banda ristretta intorno ai 2.160 dollari. Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni di riferimento, pur se in perdita, rimane al 4,3% prima dell’appuntamento di domani della Fed e non consente all’oro di guadagnare terreno.
Il biglietto verde ha trovato forza, pressando l’oro, dopo gli annunci per lo più accomodanti delle banche centrali australiana e giapponese.
La Banca Centrale Australiana ha lasciato i tassi invariati e ha mantenuto la sua visione cauta sul progresso economico e sull’attenuazione dell’inflazione. Quella giapponese ha rispettato le aspettative, alzando i tassi per la prima volta in 17 anni e abbandonando il programma di controllo della curva dei rendimenti. Tuttavia, ritenendo ancora di poter mantenere un’inflazione sana, si è impegnata a continuare ad acquistare obbligazioni.
La volatilità dell’oro è diminuita durante la sessione americana poiché gli investitori si preparano all'annuncio della Fed di domani, quando la banca centrale degli Stati Uniti comunicherà la sua decisione insieme a nuove proiezioni economiche. Pertanto, i mercati finanziari affrontano l’evento con estrema cautela, poiché i dati recenti suggeriscono che i responsabili potrebbero mantenere i tassi più alti per un periodo più lungo.
Analisi tecnica
Il grafico giornaliero mostra che l’oro si mantiene al di sopra del ritracciamento di Fibonacci del 23,6% della corsa rialzista tra $ 1.984,03 e $ 2.195,2 a $ 2.145,17, che rappresenta il livello di supporto immediato. Inoltre, continua a svilupparsi ben al di sopra delle sue medie mobili, con la media mobile semplice a 20 giorni che si dirige saldamente verso l’alto sopra quelle più lunghe pur rimanendo al di sotto del livello attuale. Infine, gli indicatori tecnici continuano a correggere le condizioni di ipercomprato, ma rimangono ben al di sopra delle loro linee medie.
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