Il prezzo dell'oro è ritornato con prepotenza sopra i $ 2.930, spinto dalla solita narrativa sui dazi “universali”, che generano preoccupazioni circa il loro impatto sull'economia globale, favorendo il ruolo dell’oro come riserva di valore.
L’oro sta anche trascurando il movimento di ripresa del dollaro e il buon rimbalzo dei rendimenti dei titoli di stato statunitensi, tirando diritto per il suo percorso verso l’alto.
Un’importante spinta verso l’alto è giunta anche da quanto riportato da Reuters: Goldman Sachs ha aumentato il suo obiettivo di fine anno per l'oro a $ 3.100 a causa degli acquisti delle banche centrali e degli afflussi nei fondi negoziati in borsa garantiti dall’oro.
A riprova di ciò, come riportato da Bloomberg, le spedizioni di oro da Singapore agli Stati Uniti sono salite a gennaio al livello più alto in quasi tre anni, raggiungendo le 11 tonnellate, in aumento del 27% rispetto a dicembre. Chiaro segno delle turbolenze nel mercato dell’oro dopo che si sono evidenziate notevoli disparità di prezzo nelle piazze di riferimento.
Oggi hanno avuto inizio i colloqui di pace tra Russia e USA per cessare la guerra in Ucraina.
Stride l’assenza della diretta interessata Ucraina e dell’Europa. Tuttavia, l'amministrazione statunitense ha chiesto alle nazioni europee di spiegare quali garanzie di sicurezza sono disposte a fornire all'Ucraina come parte di un accordo di pace, anche in considerazione della ferma pregiudiziale della Russia in merito al non ingresso dell'Ucraina nella NATO.
Analisi tecnica
L'oro ha reimboccato un chiaro percorso rialzista, con l'indicatore Relative Strength Index che tende però a riportarsi verso l’ipercomprato.
Tuttavia, se l’oro continuerà ad ostentare forza sufficiente il record storico dello scorso martedì appare assolutamente alla portata.
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