L’oro chiude male una settimana iniziata bene
- AUREA OPERATORE ORO

- 25 lug
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Il prezzo dell’oro si avvia a chiudere la settimana con una modesta perdita, al momento, vicina allo 0,2%, al di sotto dei $ 3.340.
Eppure, proseguendo sulla via del recupero iniziata venerdì scorso, i primi giorni della settimana sono stati estremamente positivi, segnando un massimo di quasi $ 3.440, per poi annullare tutto nei restanti tre giorni e riportarsi allo status quo di una settimana fa.
Semplicemente, sono venuti a mancare gli elementi che ne avevano determinato la crescita: l’incertezza dell’impatto sul commercio globale dei dazi statunitensi, la possibilità che la Fed potesse allentare nel breve la sua politica economica e il pericolo dell’indipendenza della stessa Fed nei confronti dell’esecutivo politico.
Punto per punto, questi elementi critici hanno cominciato a diventare più evanescenti, determinando quindi il recupero del dollaro e dei rendimenti dei titoli di Stato statunitensi, in una sorta di inversione che ha premiato i primi e danneggiato l’oro.
Il ritrovato ottimismo dei mercati, determinato dagli accordi commerciali tra gli USA, Giappone e UE, ha migliorato la propensione al rischio e affossato i flussi verso il bene rifugio per eccellenza. A tal punto che, neppure il pessimo dato odierno sugli ordini di beni durevoli statunitensi, che ha mostrato un calo del 9,3% a giugno dopo l'impennata del 16,5% di maggio, é riuscito, se non brevemente, a invertire l’odierno trend ribassista del metallo prezioso.
La prossima settimana continuerà sulla scia di questa, con la maggiore influenza sulle scelte del mercato che arriverà dall'esito dei negoziati commerciali in corso tra Stati Uniti e Unione Europea e tra Stati Uniti e Cina, che dovranno concludere per forza qualcosa entro la scadenza del 12 agosto.




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