L'oro estende la correzione dai massimi storici

Il prezzo dell'oro è sceso fin verso i $ 2.770, per poi riavvicinare l’area dei $ 2.790, a causa dell'inevitabile guerra commerciale scatenata dall’entrata in vigore dei dazi imposti dagli Stati Uniti a Canada, Messico e Cina.

Sabato 1 febbraio gli Stati Uniti hanno colpito Canada e Messico con dazi del 25% e la Cina con dazi del 10%. In ritorsione, i due paesi americani hanno annunciato dazi sui beni statunitensi, mentre la Cina ha detto di voler ricorrere contro la misura presso l'Organizzazione mondiale del commercio.

Inoltre, i non floridi dati cinesi del PMI manifatturiero Caixin, fermatisi al 50,1 a gennaio, al di sotto delle attese e dei valori di dicembre, hanno aggiunto ulteriore problematicità allo sconforto esistente.

Il sentiment generale ne è uscito pesantemente deteriorato, generando panico e incertezza nei mercati, che hanno premiato il dollaro e penalizzato l’oro attraverso prese di beneficio dopo i guadagni record, per coprire perdite maturate in altri asset finanziari.

Tuttavia, le politiche commerciali di Trump sono percepite come inflazionistiche e, alla fine, premieranno comunque l’oro come eccellente copertura contro l'inflazione.

Pertanto, gli odierni dati del PMI manifatturiero ISM statunitense potranno fornire importanti spunti di trading per l’oro, che avrà tutto il modo ed il tempo per riprendersi.

Analisi tecnica

Nel breve termine, l'oro rimane ancora sostenuto, con l'indice di forza relativa a 14 giorni sopra il livello 50 e un Bull Cross in atto, generato dall’incrocio della media mobile semplice a 50 giorni e dalla SMA a 100 giorni.

Il ritorno sopra al livello di $ 2.800 e poi verso il massimo storico di $ 2.817, scatenerà l’attacco al livello psicologico di $ 2.850. Mentre il minimo del 30 gennaio di $ 2.754 proteggerà l’oro nei confronti di una eventuale estesa correzione, seguito dal minimo della settimana precedente di $ 2.731. #gold #oro #lingotto