L’oro ha ritracciato profondamente

Nella giornata di venerdì, dopo aver attinto l’ennesimo record storico di $ 4.380,79, il prezzo dell’oro ha subito un tracollo fino al minimo intraday di $ 4.186,19. Ha poi chiuso la giornata di contrattazioni in recupero a $ 4.250,93, segnando un calo giornaliero dell’1,75%.

La negativa performance di giornata ha lievemente limitato il brillante risultato settimanale pari al 6,28%, quello mensile del 15,23% e quello stratosferico da inizio anno del 61,12%.

La prestazione giornaliera è stata inficiata dalle prese di beneficio del fine settimana e dal mutato atteggiamento di Trump nei confronti della Cina.

Il presidente statunitense ha ammesso che i dazi del 100% ipotizzati sui beni cinesi non sarebbero praticabili e aumenterebbero solo le tensioni tra i due paesi. Aggiungendo che prevede di incontrare il presidente cinese Xi Jinping in Corea del Sud tra un paio di settimane per un faccia a faccia chiarificatore.

Le parole di Trump hanno sollevato sia il dollaro che i rendimenti dei titoli di stato statunitensi dai minimi precedenti e privato l’oro di parte degli argomenti che avevano determinato il precedente stratosferico rally.

Tuttavia, rimangono in piedi tutte le problematiche economiche e geopolitiche globali che finora hanno sostenuto l’oro e le forti scommesse sui prossimi tagli dei tassi d’interesse della Fed.

In particolare, la prossima settimana sarà cruciale per una migliore comprensione della futura politica monetaria della Banca Centrale statunitense.

Infatti, dopo tre settimane di assenza di dati, venerdì prossimo é previsto il rilascio dell'Indice dei Prezzi al Consumo statunitense.

Il dato risulterà fondamentale per consacrare definitivamente le scelte di ammorbidimento della Fed, mettendo le ali all’oro, o per gettare qualche ombra sulle certezze finora acquisite dal mercato, frenando la crescita del metallo prezioso. #gold #oro #lingotto