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L’oro si muove con cautela

Dopo essersi molto avvicinato al record storico, l’oro ripercorre qualche passo indietro, rimanendo comunque ben ancorato alla soglia dei $ 2.930.

Le costanti preoccupazioni sui dazi e la mancanza di sviluppi positivi derivanti dai colloqui di pace tra Stati Uniti e Russia continuano a sostenere il bene rifugio per eccellenza.

Trump ha detto ieri che i dazi sui prodotti farmaceutici e sui chip semiconduttori entreranno in vigore con valori al 25% e saranno aumentati notevolmente nel corso dell’anno.

Queste affermazioni fanno seguito a quanto aveva già sostenuto lo scorso venerdì parlando dei dazi sulle automobili, che sarebbero entrati in vigore il 2 aprile. I dazi sulle automobili rappresentano una grande minaccia che grava soprattutto sull'Unione Europea e sull'Asia, aumentando le pressioni inflazionistiche in tutto il mondo.

Il clou della giornata è rappresentato dalla pubblicazione dei verbali della riunione di gennaio della Fed, che potrebbero insinuare dubbi sulla possibilità che la Fed attui due tagli dei tassi di interesse quest'anno.

Pertanto, la prudenza appare d’obbligo, limitando le possibilità di rialzo del prezzo dell'oro prima della loro pubblicazione.


Analisi tecnica

L’RSI a 14 giorni é nuovamente tornato in area di ipercomprato a 71 e, sebbene il generale trend sia rialzista, un atteggiamento cauto appare d’obbligo.

L’oro punta comunque verso il massimo storico e, se raccoglierà sufficiente forza, la successiva resistenza sarà offerta da $ 2.970.

In caso di inversione, i $ 2.900 rappresentano la prima barriera di protezione, seguita dal minimo del 14 febbraio di $ 2.877. #gold #oro #lingotto

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