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L’oro si riappropria di quota $ 2.900

Dopo la brusca correzione di venerdì scorso, il prezzo dell'oro rimbalza riportandosi sopra i $ 2.900.

La debolezza del dollaro e i rendimenti dei titoli del Tesoro USA fermi per la festività odierna del President’s day stanno offrendo un valido supporto al metallo prezioso.

Il dollaro è penalizzato in questa fase dalla possibilità che il conflitto Russia-Ucraina possa finire presto grazie all’intervento del presidente Trump, che dovrebbe incontrare a breve il presidente russo Putin in Arabia Saudita.

Inoltre, è anche penalizzato dalle scommesse in aumento per due tagli dei tassi quest'anno da parte della Fed, dopo i disastrosi dati sulle vendite al dettaglio negli Stati Uniti di venerdì scorso che hanno evidenziato una economia più debole del previsto.

Oltretutto, il prezzo dell'oro continua ad essere supportato dalle tensioni esistenti tra USA e Unione Europea, che potrebbero determinare una guerra commerciale a tutto campo.

La giornata odierna, per effetto della sopracitata festività statunitense, potrebbe essere caratterizzata da bassi volumi di scambio che potrebbero determinare molta volatilità dei prezzi. Tuttavia, l’attesa per i colloqui di pace tra Stati Uniti e Russia e la pubblicazione tra due giorni dei verbali della Fed potrebbero indurre una certa cautela nei mercati.


Analisi tecnica

Il prezzo dell'oro è riuscito a rimbalzare sopra i $ 2.885 dopo la correzione dell'indice di forza relativa a 14 giorni dal territorio di ipercomprato, rientrando in area rialzista a 69.

La prossima tappa al rialzo è rappresentata dal massimo del 12 febbraio di $ 2.909, seguita dal massimo storico di $ 2.943.

In caso di inversione, il minimo di febbraio di $ 2.864, rappresenterà il primo potrebbe, seguito dalla barriera psicologica di $ 2.850. #gold #oro #lingotto

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