Stamattina, l'oro ha segnato un nuovo record storico a $ 2.947,06, sostenuto dalle ricorrenti minacce del presidente degli Stati Uniti Trump di imporre dazi su una vasta gamma di beni importati negli Stati Uniti.
Inoltre, hanno destato preoccupazione anche le affermazioni di Trump nei confronti del presidente ucraino Zelenskyy, che è stato accusato di essere il diretto responsabile della guerra con la Russia in corso nel suo paese. Tutto questo, mentre Trump ha avviato un canale diretto con Putin per ripristinare le relazioni tra i due paesi e lavorare a un accordo di pace con l'Ucraina.
Tuttavia, con il progredire della giornata, il dollaro ed i rendimenti dei titoli di stato statunitensi hanno recuperato e sono entrati in territorio positivo, costringendo l’oro a ritirarsi vicino ai $ 2.920 per effetto di un sopraggiunto atteggiamento di cautela innescato dall’attesa per la pubblicazione dei verbali della riunione di gennaio del FOMC. Ma, poiché i verbali non hanno aggiunto nulla di nuovo rispetto a quanto già si immaginasse, l’oro ha rapidamente riguadagnato i $ 2.930.
Il documento ha evidenziato le preoccupazioni della Fed per un'inflazione in potenziale crescita, i cui progressi si sono in gran parte bloccati dalla metà del 2024, alimentata dalle aziende statunitensi che aumenterebbero i prezzi per trasferire ai clienti finali il costo dei dazi sulle importazioni. Al contrario, il mercato del lavoro rimane ancora buono e non è fonte di preoccupazioni.
In definitiva, la Fed manterrà una posizione attendista, intervenendo con nuovi tagli dei tassi solo quando l’inflazione attesterà una discesa reale verso l'obiettivo del 2% della banca centrale.
Analisi tecnica
Gli indicatori tecnici si sono ritirati dai valori di ipercomprato estremo e, pur se l’oro è rapidamente arretrato rispetto al massimo intraday, il rischio di un calo più ampio è stato estremamente ridotto. Anche in considerazione del fatto che l’oro rimane al di sopra di tutte le sue medie mobili.
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