Ieri, dopo essere sceso di oltre l'1%, segnando il maggior calo giornaliero dallo scorso 18 dicembre, l’oro recupera oggi quasi tutto il terreno perduto, riportandosi in area 2.765 dollari.
Il calo innescato nella sessione precedente dai timori di mercato dovuti al modello di intelligenza artificiale a basso costo e basso consumo della società cinese DeepSeek, oggi è stato completamente controbilanciato e annullato dalle crescenti incertezze sui dazi proposti dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, che hanno indotto gli investitori a riparare nel più classico dei beni rifugio.
Trump ha dichiarato ieri che intende imporre dazi su chip per computer, prodotti farmaceutici e acciaio importati, nel tentativo di convincere i produttori a stabilirsi negli Stati Uniti. Tali politiche, oltre ad essere percepite come inflazionistiche, potrebbero innescare potenziali guerre commerciali globali. E tutto questo aumenta il fascino e la domanda di oro come rifugio sicuro.
L'attenzione di domani sarà rivolta alla prima riunione dell’anno della Fed, sebbene sia ampiamente scontato che i tassi rimarranno invariati. Ma le pressioni di Trump sulla banca centrale affinché tagli presto i tassi, costituiscono un elemento di rinnovata incertezza che insinua qualche dubbio sull’indipendenza dell’operato della Fed.
Analisi tecnica
Il calo correttivo è terminato e l'oro ha esteso la sua ripresa, venendo scambiato sopra tutte le sue medie mobili, con la media mobile semplice a 20 periodi che cresce al di sopra delle SMA a 100 e 200.
Inoltre, gli indicatori tecnici stanno guadagnando forza al rialzo entro livelli positivi dopo aver corretto le condizioni di ipercomprato.
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