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Un oro ondivago riconquista i $ 2.925

Il prezzo dell'oro è cresciuto oggi estendendosi fin sopra i $ 2.925.

Tuttavia, durante l’arco della giornata, ha avuto un movimento non costante.

In particolare, quando i mercati azionari si sono rianimati in base alla speranza che il conflitto tra Russia e Ucraina possa terminare con l'intervento del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, l’oro ha un po’ ripiegato, avendo parzialmente perso anche il sostegno fornito in questi giorni dai dazi di Trump.

Infatti, parrebbe che i dazi reciproci che sarebbero dovuti entrare in vigore oggi, potrebbero diventare graduali, con un ritardo di alcuni mesi, come riportato dalla CNBC.

Inoltre, anche la pubblicazione dei dati statunitensi dell'indice dei prezzi alla produzione e delle richieste iniziali di sussidi di disoccupazione ha generato un saliscendi dei prezzi.

L'inflazione all'ingrosso è aumentata a gennaio dello 0,4%, rispetto allo 0,3% previsto e anche il dato annuale è cresciuto del 3,5% rispetto alle aspettative del 3,2%.

Al contrario, le richieste iniziali di sussidi di disoccupazione nella settimana conclusasi il 7 febbraio sono aumentate di 213.000, meno delle 217.000 previste.

A seguire, il definitivo contemporaneo ripiegamento del dollaro e dei rendimenti dei titoli di stato statunitensi ha riportato l’oro verso l’alto ai valori attuali.


Analisi tecnica

Il grafico giornaliero continua a mostrare che gli indicatori tecnici si stanno consolidando in territorio di ipercomprato e che l’oro si sviluppa al di sopra di tutte le sue medie mobili, confermando la tendenza rialzista.

Anche nel breve termine la tendenza è rialzista, con gli indicatori tecnici che salgono verso l’alto entro livelli positivi.

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