L'oro ha segnato una serie di nuovi massimi storici fino a $ 2.817,21, alimentato dalla corsa verso il bene rifugio dopo la conferma dei dazi statunitensi su Canada, Messico e Cina, che hanno aumentato le preoccupazioni sulla crescita economica globale e sulle pressioni inflazionistiche. Tuttavia, si è poi allontanato ritestando i $ 2.800.
La ripresa del dollaro e dei rendimenti dei titoli di Stato statunitensi in seguito all'aumento dell'inflazione PCE degli Stati Uniti a dicembre, che supporta la presa di posizione attendista della Fed, ha innescato il brusco calo del metallo prezioso.
I prezzi negli Stati Uniti sono aumentati a dicembre e anche la spesa dei consumatori è aumentata, spingendosi entrambi oltre le attese e oltre i valori del mese precedente.
Questa circostanza spaventa molto gli investitori, anche alla luce del contrasto in corso tra la Fed e il presidente Trump. Laddove, il primo vuole tagliare i tassi di interesse, mentre la Fed vuole mantenerli stabili.
Analisi tecnica
Dopo i picchi odierni, che hanno consentito all’oro di raggiungere una nuova serie di massimi storici, l’oro ha affrontato una inevitabile presa di profitto.
I dazi sono sempre considerati inflazionistici e, in abbinamento ai dati odierni provenienti dagli Stati Uniti, che sono risultati più alti del previsto, hanno scatenato le preoccupazioni sull'inflazione, innescando una forte pressione di vendita sull'oro che è rapidamente sceso, rompendo anche il supporto tondo dei $ 2.800.
Tuttavia, i presupposti rialzisti sono ancora validi e l’oro non rimane lontano dal pivot di $ 2.809.
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