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L’oro riparte

Dopo la breve parentesi correttiva, il prezzo dell'oro si riavvicina ai $ 2.870.

L’allenamento dei timori su una potenziale guerra commerciale globale dopo l’iniziale spinta del presidente Trump su Canada, Messico e Cina stanno raffreddando la componente di rifugio dell’oro.

Pertanto, l’odierna pubblicazione dei dati sulle buste paga non agricole negli Stati Uniti assume una particolare importanza, poiché queste potrebbero fornire nuove indicazioni sulla portata e sulla tempistica dei tagli dei tassi di interesse da parte della Fed per quest'anno, impattando sul dollaro e sui rendimenti dei titoli del Tesoro statunitensi ed influenzando quindi anche il prezzo dell'oro.

Un aumento inferiore alle aspettative e un rallentamento della crescita salariale potrebbero indicare un degrado del mercato del lavoro negli Stati Uniti rilanciando le aspettative accomodanti della Fed. In caso contrario, si ridurrebbero le aspettative di due tagli dei tassi della Fed per quest'anno e il dollaro ne trarrebbe beneficio avviando un calo correttivo del prezzo dell'oro.

Sono attesi per gennaio 170.000 nuovi posti di lavoro, con il tasso di disoccupazione al 4,1% e i guadagni orari medi che dovrebbero aumentare del 3,8%.


Analisi tecnica

Il Relative Strength Index punta nuovamente verso l’alto, attualmente vicino a 63. Ma una netta scossa rialzista sarebbe confermata solo se il prezzo dell'oro riapproccerà il massimo storico di $ 2.882.

Il successivo obiettivo sarebbe rappresentato dal livello tondo di $ 2.900.

Diversamente, l’oro troverebbe un primo supporto a $ 2.849, che rappresenta la media mobile semplice a 21 giorni, seguito dal minimo di ieri di $ 2.834 e poi da $ 2.826. #gold #oro

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